lunedì 7 gennaio 2008

"Preghiera per uno che si è perso..."

Preghiera per uno che si è perso, e dunque, a dirla tutta, preghiera per me.

Signore Buon Dio abbiate pazienza son di nuovo io.
Dunque, qui le cose vanno bene, chi più chi meno, ci si arrangia, in pratica, si trova poi sempre il modo, il modo di cavarsela, voi mi capite, insomma, il problema non è questo. Il problema sarebbe un altro, se avete la pazienza di ascoltare di ascoltarmi di.
Il problema è questa strada
bella strada
questa strada che corre e scorre
e soccorre
ma non corre diritta come potrebbe
e nemmeno storta come saprebbe
no.
si disfa.
Credetemi
(per una volta credete voi a me) si disfa.
Dovendo riassumere dovendo, se ne va
un po' di qua e un po' di là presa
da improvvisa libertà.
Chissà.
Adesso, non per sminuire, ma dovrei spiegarvi questa cosa, che è cosa da uomini, e non è cosa da Dio, di quando la strada che si ha davanti si disfa, si perde, si sgrana, si eclissa, non so se avete presente, ma è facile che non abbiate presente, è una cosa da uomini, in generale, perdersi. Non è roba da Voi. Bisogna che abbiate pazienza e mi lasciate spiegare. Faccenda di un attimo. Innanzitutto non dovete farvi fuorviare dal fatto che, tecnicamente parlando, non si può negarlo, questa strada che corre scorre soccorre, sotto le ruote di questa carrozza, effettivamente, volendo attenersi ai fatti, non si disfa affatto. Tecnicamente parlando. Continua diritta, senza esitazioni, neanche un timido bivio, niente. Dritta come un fuso. Lo vedo da me. Ma il problema, lasciatevelo dire, non sta qui. Non è di questa strada, fatta di terra e polvere e sassi, che stiamo parlando. La strada in questione è un'altra. E corre non fuori, ma dentro. Qui dentro. Non so se avete presente. la mia strada. Ne hanno tutti una, lo saprete anche voi, che, tra l'altro, non siete estraneo al progetto di questa macchina che siamo, tutti quanti, ognuno a modo suo. Una strada dentro, ce l'hanno tutti, cosa che facilita, per lo più, l'incombenza di questo viaggio nostro, e solo raramente, la complica. Adesso è uno di quei momenti che la complica. Volendo riassumere volendo, è quella strada, quella dentro, che si disfa, si è disfatta, benedetta, non c'è piu. Succede. Credetemi. E non è una cosa piacevole. No.
(...)
Così adesso, volendo riassumere volendo, il problema è questo, che ho tante strade intorno e nessuna dentro. (...) Come vedete non è che io non abbia le idee chiare, le ho chiarissime ma solo fino a un certo punto della questione. So perfettamente qual'è la domanda. E la risposta che mi manca. Corre, questa carrozza, e io non so dove. Penso alla risposta, e nella mia mente diventa buio.
Così
questo buio io lo prendo e lo metto
nelle vostre mani.
E vi chiedo
Signore Buon Dio di tenerlo con voi un'ora soltanto
tenervelo in mano
quel tanto che basta per scioglierne il nero per sciogliere il male che fa nella testa
quel buio e nel cuore quel nero, vorreste?
Potreste
anche solo chinarvi
guardarlo
sorriderne aprirlo
rubargli
una luce e lasciarlo cadere che tanto
a trovarlo
ci penso poi io a vedere dov'è. Una cosa da nulla per voi, così grande per me. Mi ascoltate Signore Buon Dio? Non è chiedervi tanto chiedervi se. Non è offesa sperare che voi. Non è sciocco illudersi di. E' poi solo una preghiera, che è un modo di scrivere il profumo dell'attesa. Scrivete voi, dove volete, il sentiero che ho perduto. Basta un segno, qualcosa, un graffio leggero sul vetro di questi occhi che guardano senza vedere, io lo vedrò. Scrivete sul mondo una sola parola scritta per me, la leggerò. Sfiorate un istante di questo silenzio, lo sentirò. Non abbiate paura, io non ne ho.
E scivoli via questa preghiera con la forza delle parole oltre la gabbia del mondo fino a chissà dove.
Amen.



Da “Oceano Mare” di Alessandro Baricco


1 comentario(s):

Anonimo ha detto...

Adoro quel libro.
Adoro Baricco!

..cerca di ritrovarti!! ;)

Smack.. :*